Ciliegi, scuole, nidi, consulte, associazione Carducci, “tabaccaie della Valtellina” e molto altro ancora

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Ciliegi, scuole, nidi, consulte, associazione Carducci, “tabaccaie della Valtellina” e molto altro ancora

Archiviati gli annunci da campagna elettorale, gli accadimenti e le parole dette rendono manifesti gli “stili” personali e le matrici culturali e valoriali di chi si è candidato a gestire e gestisce le cose di tutti.
Fiduciosa che non saranno attuati strappi estranei, non necessari, non richiesti, non preannunciati, ogni città affida a chi amministra la propria storia e il suo patrimonio culturale, sociale e immobiliare. Gli eletti sono poi chiamati a dialogare con i cittadini e con chi li rappresenta e, inevitabilmente, ad assumere decisioni non riconducibili al “programma”: è in questi momenti che si manifestano per quello che realmente sono.

In un “passato”, nemmeno tanto remoto, nella nostra città abbiamo spesso assistito a dibattiti pubblici, animati e al tempo stesso rispettosi, alla disponibilità al confronto con le ragioni dei “portatori di interesse”, all’ascolto dei pronunciamenti delle Consulte, oggi cancellate, e dei Consigli di Circoscrizione, irrimediabilmente annegati dentro Assemblee di zona delle quali si sono perse le tracce.

Nella ferrea disciplina dell’appartenenza politica, chi governa o amministra in un sistema maggioritario è posto nella condizione di poter azzardare qualsiasi forzatura. Il Consiglio comunale, ridotto a luogo di ratifica delle scelte dell’esecutivo, finisce ingessato nell’impossibilità di promuovere qualsiasi deviazione dalla traiettoria scelta da Sindaco e Giunta.

Ciò cui assistiamo è anche l’inevitabile frutto dell’illusorio mito “decisionista”, i cui interpreti si fanno beffe, nelle istituzioni e sui social media, della lungaggine del confronto e dell’ascolto, e amano declassare obiezioni e dissenso a fastidiosi e inopportuni inciampi mossi da pregiudizio ideologico.

Tutte le reazioni e le iniziative spontanee dei cittadini, a tutela della democrazia, sono dunque tanto inevitabili quanto benvenute: le guardiamo come si guarda a scintille in grado di riaccendere genuina passione politica.