La città per tutti contro la città disattenta

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La città per tutti contro la città disattenta

Le criticità della città sono sperimentate personalmente da ogni persona che si trovi in una particolare condizione, temporanea o permanente, in grado di limitarne l’azione.

Civitas ha più volte fatto proprie le sollecitazioni ricevute e oggi intende nuovamente sottolineare e condividere con la cittadinanza le esperienze di un suo associato, cittadino affetto da una disabilità visiva, che con grande accuratezza ha individuato una serie di elementi oggettivi presenti nel territorio della città di Como che costituiscono un vero pericolo per l’incolumità.

Molto di quanto si andrà a presentate è stato segnalato, a più riprese, ai vertici dell’amministrazione comunale. Dopo una prima fase interlocutoria, tuttavia, l’amministrazione ha fornito all’interessato quelle che a noi sembrano risposte pretestuose, talora con un malcelato atteggiamento al limite dell’arroganza.

L’elenco che oggi portiamo all’attenzione individua situazioni oggettive facilmente verificabili.

A) Situazioni di inaccessibilità dovute al mancato intervento del Comune

Premesso che la normativa, vigente dal 1986, sancisce l’obbligo per l’ente comunale di redigere un PeBa (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) del quale, ad oggi, non v’è traccia e nemmeno è stata presa in considerazione la proposta di Civitas di PeBa annuali in una logica di risposte progressive, ecco di seguito le osservazioni

– scarsità di semafori sonori (in tutta la città si contano una decina di dispositivi sonori, alcuni dei quali fuori uso e non più riparati); la segnalazione audio del “verde” assume nuova e maggiore urgenza a motivo dei sempre più diffusi veicoli elettrici, i cui motori non sono udibili;

– assente/insufficiente Illuminazione notturna in svariati punti della città;

– scarsa presenza di pavimentazione tattile, in alcuni punti applicata in modo errato e in qualche caso persino pericoloso

– nelle zone periferiche della città si trovano lunghi tratti stradali privi di marciapiedi, che costituiscono fonte estrema di pericolo costringendo la percorrenza pedonale sul ciglio stradale; molte di queste situazioni si verificano anche in prossimità delle fermate dei bus.

B) Elementi di rischio messi in atto dalla cittadinanza e da operatori che intervengono a vario titolo sul suolo comunale

I punti che seguono sono da considerarsi cruciali, in quanto l’eccessiva superficialità, e spesso il volontario menefreghismo di molti individui e la quasi totale assenza delle istituzioni creano nei cittadini accorti, specie se più fragili, una percezione di mancata tutela e di continua esposizione al pericolo. I vertici comunali, su questo punto, sostengono di non poter intervenire e, quindi, si dichiarano costretti ad abbandonare i cittadini a loro stessi, in balia della cosiddetta legge del più forte, in un contesto cittadino che si sta sempre più deteriorando.

A titolo esemplificativo ma non esaustivo:

– autoveicoli parcheggiati sulle strisce pedonali;

– motocicli, biciclette, monopattini che scorrazzano a gran velocità in aree pedonali o sui marciapiedi, che devono essere posti ad uso esclusivo dei pedoni;

– presenza dei mezzi di cui sopra abbandonati senza criterio sui marciapiedi che, per essere aggirati, mettono in difficoltà ed espongono, in particolare le persone affette da disabilità visive, al rischio di urtarli o inciamparvi con le immaginabili conseguenze

– in alcune zone, soprattutto nelle vie con maggior concentrazione di attività di vendita al dettaglio (es. Via Milano alta), è frequente la compresenza di ostacoli che impediscono ai pedoni di transitare in sicurezza; si tratta di cassonetti, rifiuti ingombranti adagiati a ridosso degli edifici, monopattini e biciclette lasciati ad occupare la superficie pedonale, e mezzi pesanti, camion o furgoni, che occupano l’intero marciapiede per operazioni di carico-scarico

– un’eccessiva presenza, nelle zone residenziali, di animali domestici, non gestiti correttamente, cani aggressivi o da combattimento, talora senza guinzaglio e sempre senza museruola;

– frequente omissione o insufficiente cura delle obbligatorie misure di sicurezza da parte delle imprese che eseguono lavori di manutenzione del manto stradale

– tombini scoperti e dissesti del fondo stradale non segnalati,

– la presenza di cittadini stranieri che non conoscono la nostra lingua e le nostre consuetudini, accresce i rischi che già normalmente si corrono. É capitato, in alcune occasioni, che una persona accompagnata da un cane guida non fosse riconosciuta come non vedente. In alcuni paesi, infatti, le disabilità vengono isolate ed è impossibile spiegare in italiano (e persino in inglese), che cosa sia un’unità cinofila addestrata nell’accompagnamento di un cieco.

È da rilevare come le autorità preposte, nel momento in cui vengono allertate, rispondano di non disporre di pattuglie libere, e siano pertanto impossibilitate a effettuare interventi tempestivi. La carenza di personale alle dipendenze del Comune non può, tuttavia, giustificare l’inerzia dell’ente, poiché la sicurezza dei cittadini, specie di chi vive in una qualsiasi condizione di fragilità, non è negoziabile. Molte delle situazioni rappresentate sono sperimentate con frequenza quasi quotidiana e costringono le persone a vivere nel terrore di rischiare la propria incolumità.

Riteniamo che tutto ciò richieda una presa di coscienza da parte degli amminstratori e azioni conseguenti, con fattivi e adeguati provvedimenti, senza addurre inutili spiegazioni e/o giustificazioni sulle omissioni e carenze denunciate.