Mortificazione della politica, trionfo del potere arrogante e umiliazione delle regole anche del vivere comune è ciò che ci dice la vicenda ultima del Carducci che ha condotto allo sgombero “fai da te” dell’immobile.
Ogni azione ed iniziativa posta in essere da questa Amministrazione viene decisa sempre e solo dal Sindaco che ha esautorato di fatto il Consiglio riducendolo ad inutile orpello che serve solo a perdere tempo. Questo modo di agire, manifestato anche nella vicenda Carducci, umilia l’agire politico essendo stato totalmente omesso il confronto, magari anche aspro, nelle sedi istituzionali lasciando il posto a offese e battute volgari come se ci si trovasse di fronte a un “duello” fra due opposte fazioni di beceri tifosi. La politica non può ridursi a tanto.
Alla mortificazione della politica si aggiunge il potere esercitato, da chi ne ha titolo, ma in modo tracotante cioè con presunzione, arroganza e disprezzo per ogni diversa visione o pensiero; scimmiottare il modello trumpiano non è un bel segnale per la democrazia, non sono infatti pochi i sostenitori del Sindaco che sui social inneggiano alla “giustizia fatta” in nome di una asserita legalità (quale?). Questo atteggiamento è pericoloso poiché ingenera la convinzione che chiunque si possa fare giustizia in modo sbrigativo e senza osservare le regole. Spieghiamo perché: abbiamo letto che il giorno dopo il provvedimento dei Giudici del Reclamo la Polizia Locale coadiuvata dai dirigenti Comunali ha materialmente eseguito lo sgombero, meglio la rimessione in possesso dell’immobile rompendo le catene esistenti e apponendone di nuove.
Tale iniziativa, a nostro sommesso parere, non poteva essere intrapresa in quanto l’immobile sede del Carducci non fa parte del patrimonio indisponibile (es. demanio) del Comune per cui sarebbe, in astratto, attuabile la autotutela amministrativa; inoltre anche ipotizzando tale teorico potere di autotutela, lo stesso potrebbe essere esercitato solo attraverso ordinanze urgenti e contingibili emanabili esclusivamente di fronte a situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica (TUEL art. 54). Per il Carducci, esclusa ogni situazione emergenziale, in presenza di un provvedimento giudiziario il Sindaco avrebbe dovuto, quale unica via, agire esecutivamente con l’Ufficiale Giudiziario e nel rispetto delle regole del Codice di Procedura Civile senza ricorrere a “violente scorciatoie” che potrebbero anche avere rilevanza penale (esercizio arbitrario delle proprie ragioni, danneggiamento, violenza privata).
Anche tale frettolosa manifestazione di imperio ci fa capire in che mani siamo e che, forse, alle prossime elezioni dovremo essere tutti un po’ più attenti e consapevoli delle scelte che andremo a fare.