Sui tagli ai diritti di persone con disabilità

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Sui tagli ai diritti di persone con disabilità

“Niente ripristino dei contributi economici tagliati da Regione Lombardia con la dgr 1669 del 28 dicembre 2023, risorse da destinare in particolare ai caregiver delle persone con gravissime disabilità” rende noto Il Fatto Quotidiano del 17 gennaio.
In realtà, a conti fatti, appare evidente che le persone colpite da questi iniqui tagli siano, sì, persone con gravissime disabilità, ma anche quelle definite gravi, e in modo particolare quelle la cui sopravvivenza o assistenza è assicurata dai familiari.
Chi, come la sottoscritta, usufruisce di fondi pubblici per l’assunzione dei propri assistenti, potrebbe sentirsi sollevata/o, ma la consapevolezza che questi tagli, che la Regione chiama rimodulazione, porti verso una china pericolosa mi induce a offrire alcune mie considerazioni e informazioni.

Sono da sempre convinta che la chiave per la vita indipendente delle persone con disabilità sia l’assistenza personale, in particolare autogestita, per questo trovo allarmante il rischio che vengano salvaguardati prepotentemente i cosiddetti finanziamenti indiretti, dati ai servizi accreditati, a danno dei finanziamenti diretti, dati ai diretti interessati. La possibilità di remunerare direttamente i propri assistenti sulla base di accordi trasparenti è quella che ci mette in posizione paritaria nei confronti di chi lavora per noi e soprattutto è quella che ci permette di autodeterminare la nostra esistenza. Io non ci rinuncerei mai, salvo stanchezza di vivere.
Tuttavia va ricordato che molti familiari di persone con disabilità rinunciano al lavoro e al loro tempo libero per assistere un loro caro che, in molti casi, stante la mancanza di servizi adeguati, non potrebbe trovare risposte se non da chi gli è vicino affettivamente; vale anche la pena ricordare che i sostegni economici finora accordati dai vari governi che si sono susseguiti, e dalle regioni, erano, e sono di per sé, insufficienti a sostenere le spese che esse e le loro famiglie devono affrontare in ragione della disabilità. Non mi pare fuori luogo aggiungere l’aggravio dell’inflazione a più del 5% a fine 2023, secondo le stime ufficiali.
Da un’analisi fatta all’interno della nostra associazione, ENIL Lombardia ETS, dopo aver partecipato a un incontro in regione, risulta che le motivazioni apportate dall’amministrazione regionale siano quelle di voler attuare la riforma Orlando che, nel suo intento, voleva fare in modo che i livelli essenziali sotto forma di servizi, denominati LEPS, diventassero finalmente uniformi su tutto il territorio nazionale. Questo spiega la ragione per cui hanno deciso di dare il 15% in più ai servizi accreditati a danno dei finanziamenti indiretti, cioè agli assistenti familiari.
Peccato che difficilmente in così poco tempo, 5 mesi perché la cosiddetta rimodulazione partirà da giugno, si riesca ad attuare la cosiddetta portabilità, ossia la possibilità di usufruire dello stesso servizio in qualunque regione o comune d’Italia. Peccato che l’apporto di un assistente familiare o personale sia difficilmente sostituibile e desiderabile. Salvo esplicita volontà dell’assistito/a ovviamente!
Personalmente voglio sperare che l’assistenza personale indiretta venga intesa alla stregua di un servizio, secondo questa logica.

Rimane il fatto che l’unica vera risposta leale e possibile da parte di Stato e Regioni è quella di aumentare i fondi destinati alla disabilità.
Non ci sono scuse: “L’analisi della Banca d’Italia mostra che il 5% più ricco degli italiani possiede il 46% della ricchezza, il 50% più povero solo l’8%”. Ma secondo lo studio dell’analista geopolitico Demostene Floros, “il 5% più ricco paga un’aliquota fiscale effettiva INFERIORE al resto della popolazione.
L’iniquità del sistema fiscale italiano aumenta quindi la disuguaglianza. È necessaria una riforma fiscale progressiva che tassi di più il capitale”. Si colpisca questo 5% degli italiani invece di vessare con lo strumento iniquo dell’ISEE chi necessita di aiuto economico per accedere all’assistenza.
Si tolgano soldi alla guerra.
Le persone con disabilità che credono nella libertà e nell’uguaglianza continueranno a rivendicare quello che spetta loro di diritto, cioè la possibilità di poter esprimere la loro personalità così come prevede la costituzione, mediante gli strumenti necessari, cioè l’assistenza personale e gli ausili personalizzati per potersi autodeterminare.

 

Ida Sala
per Civitas – Progetto Città