Questo lo slogan scelto per lo sciopero nazionale del 14 novembre scorso indetto dalla Unione degli Studenti che è stato scandito anche a Como durante il presidio che si è svolto nella mattinata a Porta Torre.
Insieme a tanti coetanei e coetanee in tutta Italia, hanno aderito alla mobilitazione diverse delegazioni studentesche delle scuole della provincia comasca, quali il Liceo Scientifico P. Giovio, Il Liceo Artistico e delle Scienze Umane Melotti di Cantù, l’ISS Jean Monnet di Mariano Comense, l’ISIS P. Carcano – Setificio, l’Istituto professionale di Stato G. Pessina, il Liceo delle Scienze Umane e musicale T. Ciceri ed altri.
Avvicendandosi al microfono nei vari interventi durante la mattinata del presidio e spesso visibilmente emozionati, studentesse e studenti hanno messo a fuoco i motivi della loro insoddisfazione nei confronti delle Istituzioni scolastiche e delle attuali politiche governative che, soprattutto attraverso i recenti indirizzi repressivi, rischiano seriamente di minare il Diritto ad uno studio sereno e proficuo all’interno dei nostri istituti scolastici.
Come destinatari naturali dell’attività formativa ed educativa che si svolge nelle scuole, essi si sentono in generale trascurati nei propri bisogni personali dal mondo degli adulti che lavora all’interno della scuola e che si limita a fare il minimo sindacale, ma non si prende a cuore il percorso e il destino scolastico dei singoli studenti e studentesse. Con notevole consapevolezza ragazzi e ragazze hanno poi focalizzato alcune tematiche politiche della protesta nazionale chiedendo prioritariamente garanzie per il Diritto allo Studio soprattutto in relazione alla reale Accessibilità economica attraverso l’abbattimento dei costi dei libri e del materiale e dei supporti scolastici. Relativamente alla Libertà di Movimento gli studenti chiedono accesso agevolato ai trasporti, denunciando assenza in Lombardia di politiche di agevolazione per i mezzi pubblici (Treni e Bus).
Molti ragazzi e ragazze hanno poi ribadito che la scuola, a seguito delle recenti disposizioni impartite dal ministro Valditara, non può essere gestita come un carcere e hanno evidenziato crescenti atteggiamenti e prassi di controllo preventivo e decisamente eccessivo da parte della dirigenza e dei docenti in diverse scuole comasche, relativamente alla mobilità all’interno degli ambienti della scuola, con zone interdette, accessi ai bagni contingentati e subordinati a registrazioni e “firma”, oltre a costrizioni orarie e inaccessibilità delle scuole che sono diventate in conseguenza dei recenti Decreti Sicurezza degli edifici blindati e del tutto inavvicinabili. Passatismo gestionale, unito a pretese di controllo “dall’alto” e carenza di personale, finiscono per creare un mix esplosivo che esita di anno in anno, sempre più, in un evidente deterioramento della qualità dell’ambiente scolastico e dello studio: ne sono esempi ormai conclamati l’abolizione dei Viaggi di istruzione e delle Gite scolastiche, il deterioramento della socializzazione all’interno delle classi fra compagni e un clima teso e di conflittualità aumentata fra docenti, alunni e genitori, in un contesto come la scuola di cui “il mondo degli adulti” e i media sono sempre pronti a denunciare talune dinamiche orizzontali fra pari come il crescente bullismo, il discorso di odio via social e addirittura fenomeni di Revenge Porn fra coetanei.
Quest’anno, per l’insufficienza di copertura finanziaria il neonato servizio di Psicologia nella Scuola si connota come un mero “pur parler” , garantendo di fatto solo pochi e limitati colloqui di mezz’ora per studente, certamente inadeguato ad affrontare le problematiche in questione.
Anche nelle scuole – molte delle quali ormai deteriorate e inadeguate del comasco – i ragazzi dell’Unione Italiana Studenti e il collettivo Maog degli studenti di Cantù denunciano difficoltà di accesso e aule contingentate, turnazioni, affastellamento delle ore di lezione o orari ridimensionati, l’intervallo scolastico della mattinata ridotti a pochi minuti che ti costringe a scegliere se mangiare il tuo spuntino o andare al bagno, interruzioni delle ore di lezione e rientri scolastici pomeridiani senza garantire agli studenti spazi, servizi mensa accessibili e luoghi dignitosi e gratuiti per sostare durante la pausa pranzo.
La mobilitazione degli Studenti ha sollecitato negli interventi, con i cartelloni e gli striscioni stesi sulla piazza anche una presa di consapevolezza sulle questioni internazionali: i conflitti bellici in essere, l’aspirazione al Pacifismo e il tema del riarmo nella UE, la solidarietà doverosa al popolo Palestinese.
La manifestazione ha registrato l’adesione di diverse sigle, fra cui Rete Intrecciat3, CGIL, ARCI.