La responsabilità di indicare la rotta

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La responsabilità di indicare la rotta

Il recente scritto di don Giusto Della Valle ha suscitato scalpore e reazioni prevedibili. Noi di Civitas raccogliamo le sue parole come uno sprone a ribadire la centralità della “politica” nella rappresentazione e nella costruzione del modo di essere della città e, più in generale, del territorio e del Paese.

Don Giusto dice con chiarezza che la politica è tra i “servizi più importanti in una collettività”.  Dalla politica, però, noi non ci aspettiamo soltanto che “faccia delle cose” ma che si assuma la responsabilità di indicare la rotta lungo la quale intende orientare il cammino della comunità. A chi non sia obnubilato da ottuse appartenenze sono gli avvenimenti di questo nostro tempo a raccontare in quale modo talune “politiche” siano capaci di generare traiettorie spericolate, di alimentare egoismi, indifferenza, odio e cinismo.

Raccogliamo la provocazione di don Giusto anche come una sollecitazione a ritrovare persone davvero capaci di raccogliere, alimentare e rendere concrete le sensibilità più alte.

Già nell’ottobre di due anni fa ricordavamo che la nostra città fu fra le prime ad essere insignita dalle Nazioni Unite del titolo di “città messaggera di pace”, che il sindaco pro-tempore di Como è membro dell’associazione dei “sindaci per la pace” e che negli anni passati, come lo stesso don Giusto oggi ricorda, l’amministrazione cittadina volle gemellare Como con Nablus, città della Palestina (1998), e poi con Netanya, città di Israele (2004). Auspicavamo, invano, che quegli impegni si traducessero in azioni concrete e non si riducessero a stinta tappezzeria.

Oggi ci sentiamo in sintonia con tutte le persone (e vogliamo pensare che non siano una minoranza) che vogliono riportare la città ai fasti di chi ha coltivato quelle idealità (in questi giorni si ricorda il centenario della nascita del sindaco Spallino) e delle grandi personalità cittadine che hanno lasciato una traccia, da protagoniste, nello sviluppo umano e sociale. Di costoro andiamo fieri e pensiamo a Paolo Carcano, Aristide Bari, Achille Grandi, mons. Scalabrini, don Guanella, Giovannina Franchi…,.

Anche in tempi più recenti la nostra città ha saputo rispondere a emergenze impreviste senza dimenticare le fatiche e le attese dei suoi cittadini, quegli stessi che si vedono oggi rappresentati da un sindaco sicuro di possedere risposte anche a ciò di cui non ha adeguata conoscenza né esperienza. Lasciamo a quelli come lui l’illusoria convinzione che lo stile più adatto a costruire un futuro di inclusione e benessere condiviso sia una durezza prossima al cinismo e proseguiamo su altre piste, dense di futuro.

https://www.civitascomo.it/se-non-ora-quando/