Il ricorso al TAR contro l’ordinanza “anti-barboni” va discusso nel merito

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Il ricorso al TAR contro l’ordinanza “anti-barboni” va discusso nel merito

Ieri abbiamo avuto un primo riscontro alla richiesta di sospensione cautelare ante causam per via monocratica, ex art. 56 c.p.a., dell’ordinanza del Sindaco di Como n. 74 del 15/12/2017 avente come oggetto “Ordinanza contingibile e urgente a tutela della vivibilità urbana e del decoro del centro urbano – decreto legge 20 Febbraio 2017 n. 14 convertito nella legge 18 aprile 2017 n. 48”. La sospensiva non è stata immediatamente accolta e sarà oggetto di valutazione collegiale il 23 gennaio prossimo.

Le ragioni che ci hanno indotto a far nostra questa azione rimangono invariate: crediamo, infatti necessaria una valutazione giurisprudenziale in merito alle non chiare e contraddittorie applicazioni che molti sindaci italiani stanno facendo del Decreto Minniti sul “decoro urbano” (D.L. n. 14 del 30 Febbraio 2017).

Ma un ulteriore stimolo, politicamente e giuridicamente rilevante, sono le dichiarazioni di esponenti dell’amministrazione Comunale in merito all’inserimento delle disposizioni di questa ordinanza nel quadro regolativo del Comune di Como, rendendole di fatto permanenti.

Ribadiamo con determinazione quanto già detto in precedenza: problemi profondi e complessi non possono essere affrontati in modo superficiale, facendo ricorso a inutili e inique scorciatoie. La politica, anche quella che si esercita nei territori, deve avere la capacità e assumersi la responsabilità di indicare soluzioni che salvaguardino, prima di tutto e senza ambiguità, quei valori che ognuno di noi giudica imprescindibili e che mettono al primo posto il legame sociale tra i cittadini.