Ticosa. Facciamo il punto

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Ticosa. Facciamo il punto

In merito alle ripetute notizie sulla Ticosa e la sua bonifica apparse sui media locali e sui social, “Civitas Progetto Città” ritiene doveroso fare chiarezza e spiegare lo stato dell’arte della bonifica.

La ricostruzione dei fatti che di seguito riportiamo è interamente documentata da atti ufficiali del Comune di Como facilmente reperibili sul sito dello stesso.

Innanzitutto è il caso di ribadire che oltre il 90% dell’area Ticosa è bonificata da tempo. Dopo i collaudi gli enti di controllo le aree certificate sono entrate NELLA PIENA DISPONIBILITÀ DELL’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE sin dal 2016.

Al fine di svincolare le aree bonificate, l’amministrazione a guida Lucini divise in tre quello che era all’ epoca un lotto unico:

– un primo lotto è quello sul cui sedime c’è il Santarella e l’area cui si accede dalla via Sant’Abbondio (dove fu poi realizzato un posteggio)

–  il secondo lotto è quello che contiene l’area residua da bonificare (adiacente a quella che il Il piano operativo di bonifica (POB) indicava come cella 3, di cui accennerò in seguito

– il terzo lotto è quello che comprende “tutto il resto”, ovvero l’area enorme visibile dal parcheggio del cimitero monumentale al cui interno c’è lo scavo dove le acque di una roggia sotterranea hanno permesso la formazione di un minuscolo laghetto.

Il POB approvato dagli enti di controllo negli anni della giunta Bruni non aveva previsto la presenza di amianto che i lavori di bonifica portarono all’evidenza. È bene rimarcare che nemmeno fu richiesto di inserire la bonifica nel Piano regionale con evidenti risparmi sul bilancio Comunale. L’amministrazione di centrosinistra si provò a rimediare ma la risposta fu che ormai era tardi.

Il ritrovamento nel terreno di materiali contenenti amianto (particolarmente nell’area che corrisponde al secondo dei tre lotti individuati) documentava che le caratterizzazioni si erano rivelate inadeguate.

Per non procedere “alla cieca”, dopo aver liquidato l’impresa, nella primavera 2016 si eseguì una nuova caratterizzazione di quell’area residua confinata nel “secondo lotto”.

La nuova caratterizzazione confermò la presenza di importanti volumi di materiali contenenti amianto e permise di calcolare i costi aggiuntivi (rilevanti e tali da richiedere una specifica gara di appalto). Gli uffici del settore ambiente del Comune di Como, che intanto aveva acquisito in organico un geologo molto preparato, predispose il progetto (senza accedere a consulenze esterne).

Spiace dover rilevare che nulla più è stato fatto dalle amministrazioni che seguirono. Il geologo se n’è andato due anni dopo e oggi il settore non dispone più di quella specifica competenza.

Per concludere: il nostro è un invito a prendere finalmente atto del fatto che più de 90% dell’area Ticosa È NELLA PIENA DISPONIBILITÀ DELL’ AMMINISTRAZIONE COMINALE dal 2016 e che è sospeso da anni un progetto di bonifica di un’area residua (meno del 10%) confinata nel “secondo lotto”.