Traffico e mobilità a Como

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Traffico e mobilità a Como

Si sa che la memoria storica collettiva non è un punto di forza dei cittadini italiani. Purtroppo la complessità della storia politica degli ultimi 40 anni, con il suo progressivo precipitare ai livelli più bassi della storia repubblicana, ha creato un filtro sempre più spesso tra politica e cittadini: qui l’eco e il ricordo dei fatti si ferma e si confonde, come in una coltre fonoassorbente, che separa la realtà oggettiva dalle vicende precedenti che la hanno generata.
Ad esempio, per capire le ragioni della situazione di caos viabilistico che i cittadini si trovano oggi a vivere quotidianamente, bisogna ricordare alcuni fatti oggettivi che riguardano la città di Como e una serie di vicende che ci ricordano la sua involuzione politico-amministrativa recente.

Se il ruolo della Pubblica Amministrazione è quello di governare al meglio la complessità dei problemi urbani, c’è d chiedersi perché dal 2001 iI Comune di Como non ha avuto un Piano del Traffico (PGTU), nonostante sia noto a tutti che la struttura della viabilità è storicamente compressa in una valle, chiusa tra il lago e i monti che la circondano.
Un Piano del Traffico Urbano non si occupa solo del traffico veicolare privato, ma anche di quello commerciale, di quello ciclo-pedonale, del sistema di trasporto pubblico e del suo miglioramento, dei parcheggi e delle aree di sosta, delle aree stradali recuperabili all’uso pedonale, insomma di una serie complessa di argomenti che hanno grande impatto sulla nostra vita quotidiana.
Oggi, con la mancanza di una visione globale e di una programmazione attenta ai cambiamenti di questi 20 anni, le conseguenze sono evidenti, e costano molto care a tutti noi, quotidianamente.

Evidentemente le Amministrazioni che hanno governato la città tra il 2001 e il 2012 non hanno ritenuto la questione mobilità un tema prioritario, come del resto per loro non lo è stato la definizione di un Piano urbanistico generale (PGT) e molte altre cose, delle quali si sono dovuti fare carico i loro successori, adottando finalmente uno strumento urbanistico generale utilizzabile per la città.

Giusto per ricordare insieme: con il PGT la Giunta Lucini adottò un Piano del Traffico (deliberazione della giunta comunale n. 10, seduta del 23 Gennaio 2017), progettato dalla Società di engineering Polinomia (costato € 47.998), e venne loro affidato anche l’incarico per uno studio specifico sulla possibile riduzione del traffico sul Lungolago cittadino (per un costo di € 23.000).
Purtroppo il Piano, avviato con Indirizzo Operativo n.277 del 20/10/2015, e adottato in Giunta nel gennaio 2017, non arrivò alla definitiva adozione da parte del Consiglio Comunale perché le elezioni amministrative non confermarono l’amministrazione guidata da Lucini.
Però era un Piano del Traffico studiato da professionisti esperti, ed era pronto da approvare, apportando anche eventuali modifiche e miglioramenti, se necessario!

Una nuova regia politica di buon senso cosa avrebbe fatto secondo voi, per il bene della città?…….Ecco appunto, non quello che voi state pensando, cittadini di Como……no, il contrario….
Con un atteggiamento del tutto incomprensibile l’attuale Amministrazione ha ignorato e poi cancellato definitivamente (delibera di revoca n.209 del 23/05/2018) quel Piano del Traffico che aveva lì, già pronto e pagato, adducendo “motivi politici” non meglio definiti (“…non essendo pienamente conforme agli indirizzi politici di questa amministrazione.”)
Ma quali indirizzi? Leggete la delibera di revoca del precedente Piano del Traffico Lucini,vi troverete parole del tipo: “adeguare l’assetto e la regolazione della circolazione e della sosta……incrementare la sicurezza su strada delle utenze deboli….. promuovere l’utilizzo dei mezzi di trasporto alternativi .…..valutare l’influenza determinata dal riutilizzo delle AREE DISMESSE….migliorare la fruibilità dei parcheggi esistenti……promuovere l’utilizzo di veicoli ad emissioni basse o nulle…..costruire un tavolo informale di consultazione per la mobilità urbana…. Ma perché, scusate, il Piano già studiato non trattava già tutte queste cose?
Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò con una risata!

Parole nel vuoto. E disprezzo per il lavoro altrui e per il denaro pubblico già speso.
Se consideriamo il costo del nuovo Piano, determinato in € 108.181 euro, (più del doppio del precedente, ma con dati e analisi del traffico già pronte, solo da verificare), il risultato è che la città si trova oggi senza un Piano del Traffico utilizzabile e con una spesa complessiva di € 179.179,00.

Invece di lavorarci sopra e magari modificarlo (con un diverso indirizzo politico? e quale, di grazia?) per arrivare in breve ad un risultato positivo, e utilizzando magari anche i suoi Uffici Tecnici interni, stipendiati anche per questo, la Giunta Landriscina, con determina n. 6/2019 del 21/05/2019, incarica la Società SISPLAN di ricominciare tutto da capo.
Ma con le dimissioni dell’Assessore Bella e con la pandemia del 2020 (ormai è una scusa sempre buona per tutto…) anche questo nuovo Piano del Traffico si è arenato, tant’è vero che la prima e fino ad oggi unica seduta della conferenza di Valutazione Ambientale Strategica prevista dalla D.G.R. n. 6420/2007 si è tenuta nella Sala Stemmi di Palazzo Cernezzi più di un anno fa, esattamente il 24/09/ 2020. Poi il nulla.

E ora, nell’estate e autunno 2021, ecco arrivare i lavori stradali e dei sottoservizi, evidentemente urgenti, ma chiaramente non programmati rispetto ai tempi e alle necessità di un traffico urbano pesante, che insiste su una struttura viabilistica non più modificata da 20 anni.
Vogliamo dare la colpa alla Pandemia?
Ai lavori autostradali nelle gallerie di Monte Olimpino?
Ai cittadini che non usano abbastanza i mezzi pubblici?
Alle inadempienze di ditte appaltatrici che non lavorano come dovrebbero?
Ai vigili urbani che non dirigono abbastanza il traffico?
All’innalzamento della temperatura del globo?
Alla sfortuna e al destino ingrato?
Su chi possiamo continuare a scaricare le responsabilità di una gestione politica velleitaria e senza programmi, né organizzazione, né visione generale per un futuro migliore di tutti i cittadini?
Quante scuse dobbiamo ancora continuare a sentire da qui alle prossime elezioni amministrative?
Per quanto ancora dobbiamo accettare questo stato di abbandono nel quale versano le grandi questioni urbane, civili e sociali di questa città?
A noi, e non ai posteri, l’ardua sentenza ……

4 ottobre 2021

Ado Franchini
Bruno Magatti