Il dovere della verità

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Il dovere della verità

In campagna elettorale la gran parte delle persone si sente “legittimata” ad accreditare immagini fantasiose e prive di verità nei riguardi del passato e degli avversari. Per formazione etica, per la matrice culturale di forte impianto scientifico e per scelta politica considero tutto ciò l’espressione “miserabile” di chi considera la ricerca della “verità” una componente estranea all’agire politico.
Ieri, nella sede ufficiale di una commissione comunale, alla presenza di un nutrito numero di consiglieri e di tecnici del comune, alcuni dei quali in campo da lustri, giornalisti e persone con disabilità che nel precedente mandato hanno collaborato con l’amministrazione comunale portando il loro contributo in una delle specifiche Consulta dell’handicap oggi messa in soffitta, l’assessore con delega ai lavori pubblici ha affermato “la verità è che in questa città non è mai stata abbattuta una sola barriera architettonica finora”.

L’affermazione è di una gravità inaudita.
L’amministrazione dispone di una mappatura iniziale del 1996, aggiornata di anno in anno. Tutte le amministrazioni che si sono succedute hanno portato avanti il testimone, raggiungendo obiettivi sempre più avanzati. L’amministrazione guidata da Mario Lucini ha certificato al termine del mandato una serie di interventi per un ammontare di 630.000€
In un successivo commento la presidente delle Commissione, nonché capogruppo di Fratelli d’Italia, riferendosi all’assessore ha usato il termine “protervia”. La scelta è precisa e adeguata alla fattispecie. Secondo alcune fonti, la sua radice etimologica di “protervo” rimanda al significato di “colui che calpesta”. E questo è esattamente ciò che è successo ieri. Se si calpesta la verità, si calpesta la “Storia” ma, soprattutto, si calpestano le persone.
Chi non sa dovrebbe avere la prudenza di tacere. Ma chi occupa determinati ruoli ha il dovere di essere informato (non si è trattato di un’imboscata all’assessore!) e, se informato, di dire la verità.
Né può bastare che l’assessore, vista la reazione non soltanto mia ma anche della stessa Presidente della Commissione , dica “ho esagerato”.
No, non ha “semplicemente” esagerato . Ha detto una falsità usando termini assoluti come “MAI”, “UNA SOLA” e “FINORA”. L’esagerazione è un dato “relativo”, un troppo o un troppo poco. Non un NULLA o un MAI.

Ma anche questo è un problema culturale.

Dobbiamo farcene una ragione.

Video tratto da Comozero.it