Perchè abbiamo diffidato il sindaco

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Perchè abbiamo diffidato il sindaco

COMUNICATO STAMPA n.1

DIFFIDA AL SINDACO PER L’AZIENDA SPECIALE

Venerdì 15 Febbraio CIVITAS ha depositato presso il Comune di Como una diffida.
Abbiamo diffidato il Sindaco Dott. Mario Landriscina, il Segretario Comunale Dott. Giuseppe Locandro  e il Direttore del Settore Politiche Sociali Avv. Giuseppe Ragadali affinché sospendano ogni attività diretta ad avviare e dare concreta attuazione ai servizi attraverso l’azienda speciale costituita con delibera di Consiglio Comunale n°76/2018. Unitamente al deposito presso il Comune di Como abbiamo provveduto a trasmettere lo stesso alla Corte dei Conti come atto dovuto e conseguente.

Abbiamo deciso di intraprendere questa azione perché riteniamo ci siano state verifiche non effettuate, approfondimenti omessi, pareri non favorevoli di alcuni revisori dei Conti, che allarmano e ci inducono a promuovere questa diffida al Comune a procedere oltre.
Gli approfondimenti economico-tecnico-legali che abbiamo condotto con i nostri esperti confermano, che per il Comune di Como, che rappresenta da solo il 56% del Piano di Zona, la costituzione di un’azienda speciale è un atto dannoso, ridondante e che genera solo costi aggiuntivi a fronte di nessun beneficio.

La lunga lotta, da noi condotta nei mesi passati ha visto certificare, sia dal Segretario Comunale che dal Direttore del Settore Politiche Sociali, la natura dell’ente. L’azienda speciale consortile è un ente ‘non economico’. Ciò significa che vengono a cadere tutte quelle prerogative di flessibilità e agilità addotte ad argomento cruciale da questa amministrazione per giustificare la scelta.

Migliorare e ottimizzare le risorse, acquisire finanziamenti e assicurare l’erogazione di servizi di qualità sono operazioni attuabili e attuate nel contesto della gestione associata dei servizi dell’Ufficio di Piano. Ufficio di Piano che da alcuni anni, anche in conseguenza della stretta sul personale negli anni di crisi, opera in condizione di sottodimensionamento organico. Giudichiamo insensato, ad esempio, il non aver proceduto ad assumere un coordinatore per il quale era già stata operata la selezione, il non aver avviato procedure per assumere nuovo personale per trovarsi poi a certificare l’inadeguatezza dell’ufficio di Piano e proporre un’azienda speciale consortile.


I limiti tecnici al provvedimento sono la manifestazione dell’inadeguatezza politica. La mancanza di leadership, questo farmaco ricorso a un modello superato dalle norme recenti e vetusto nella modalità proposta.

Noi prendiamo atto della mancanza di visione, di prospettiva e, visti questi ultimi atti, della incapacità di individuare politiche che possano produrre effetti positivi per i cittadini di Como. Questa vicenda certifica un’incapacità allarmante.

Con i soldi che saranno necessari per il solo costo di funzionamento (161.000 € circa/anno) dell’azienda che cosa verrà a mancare ai cittadini di Como? Mancheranno qualcosa come 8050 ore di Servizi di assistenza domiciliare, ovvero18.940 pasti a domicilio, 9.200 ore circa di educatori o intermediatori culturali. Sono solo pochi esempi.

In tempi di grandi bisogni sociali, nei quali sempre maggiore è la richiesta dei cittadini di fruire di servizi offerti dal Comune, spendere denari per mantenere un’azienda è solo uno spreco di risorse. Teoria che non è mera considerazione politica ma che trova riscontro nella Legge Finanziaria per il 2007 L. 27 dicembre 2006.

Nella vicenda che abbiamo descritto, infine, questa amministrazione dimostra di muovere, ancora una volta, verso un ulteriore indebolimento del ruolo di capoluogo ella città di Como. La costituzione di questa azienda, frutto di alchimie esterne alla città, non creerebbe vantaggi per la città di Como che, pur rappresentando la maggioranza dei cittadini, perderà il ruolo di capofila, caduto a un’azienda che deciderà pure tariffe e quote a carico dei cittadini!!
Oggi denunciamo la pochezza politica di questa amministrazione che tra assessori part-time e persone che devono ancora capire il proprio ruolo non esistano a gettare la città e il Comune, nel migliore dei casi, nell’immobilismo o, nel peggiore dei casi, nel baratro di scelte sbagliate e vincolanti.